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Perché il Signore ascolta oppure non ascolta le tue...

MessaggioInviato: 25/01/2009, 9:28
da gmc72
(dal libro del mistico Gottfried Mayerhofer 53 PREDICHE DEL SIGNORE)

PREDICA n. 24

Nella domenica delle Rogazioni

La retta preghiera

Giov. 16, 23: "In verità, in verità vi dico: se chiederete qualche cosa al Padre nel mio nome, egli ve la darà!".

1. Questo versetto, che nel calendario cattolico è destinato a questa domenica, vi dice come Io, per confortarli della perdita della Mia Persona, diedi la speranza ai Miei discepoli che, se fosse stato necessario, essi avrebbero ricevuto tutto ciò che avrebbero chiesto al Padre Mio nel Cielo. Io prospettai loro questa gioia poiché, in tal modo, essi potevano restare spiritualmente uniti a Me, in quanto, anche se non ero più visibile per loro, eppure Io avrei percepito le loro preghiere ed avrei anche coadiuvato ad esaudirle.
2. La frase come sta scritta nella Bibbia non è difficile da comprendere. Eppure c'è qualcosa di ben più profondo, purché vogliate prenderla seriamente in considerazione!
3. Per introdurvi meglio nella sua rispondenza spirituale ed interpretazione, dobbiamo anzitutto rispondere alla domanda: "Che cos'è veramente una preghiera?".
4. Vedete, voi - come Io già dissi spesso - esprimete certe parole senza avere la minima idea di ciò che esse significhino! Questo è un indizio di come voi conosciate poco la profondità, la forza e la potenza della parola, quale espressione di un pensiero. Per questo Io sono spesso costretto a richiamare dapprima la vostra attenzione sulle singole parole che compongono una frase citata dalla Bibbia, per introdurvi così gradatamente alla loro comprensione. Finché voi non siete in grado di conoscere e trovare la composizione delle parole e il loro corrispondente significato, non è nemmeno il caso di parlare di una comprensione vera e propria dei passi biblici, nemmeno dei più semplici. La Bibbia, con tutto il tesoro di sapienza che essa racchiude, resta poi per voi incomprensibile; al massimo, se ci si accontenta del senso superficiale della lettera, essa offre all’uno o all’altro un certo conforto ed una certa pace nei momenti difficili della vita terrena.
5. Per ritornare alla nostra frase del Vangelo di Giovanni, vogliamo dapprima rispondere alla domanda di cosa è una preghiera e passare poi al significato spirituale di come vada intesa una preghiera quando viene rivolta a Me, quale Signore e Creatore Onnisciente.
6. Vedete, una preghiera è un implorare aiuto presso qualcuno di più potente o più forte, quando le proprie forze non sono sufficienti.E' una richiesta di attivo soccorso, o per se stessi oppure per un altro essere che abbia bisogno di sostegno o aiuto.
7. Che cosa dimostra ora quest'implorare? Dimostra la propria impotenza che induce a chiedere, dato che non si può comandare.
8. Ora, se un supplicante rivolge una preghiera a qualcuno e fa riferimento ad altre persone benevolenti o amiche per fare un'impressione favorevole nominando il loro nome oppure per servirsi dell'intercessione della persona stessa presso coloro che sono più influenti, questo dimostra nuovamente che il supplicante, richiamandosi a questo nome che è anche caro e gradito ad una terza persona, spera di indurlo più facilmente ad esaudire la sua richiesta.
9. Se voi riflettete quindi su questa semplice osservazione, comprenderete facilmente perché Io, quale Gesù, abbia raccomandato ai Miei discepoli di pregare in Nome Mio il Padre nei Cieli e perché Io abbia promesso loro anticipatamente che nessuna delle loro preghiere sarebbe rimasta inesaudita. Con ciò, Io volevo rammentare loro continuamente la loro impotenza, e far loro intendere che essi non sarebbero stati in grado di compiere nulla da se stessi e volevo anche mantenere vivo tra loro il ricordo del Mio operato e della Mia vita perché solo così - essendo essi più protesi verso la spiritualità - avrebbero valutato le cose del mondo secondo il loro valore vero e proprio e quindi non le avrebbero mai interpretate male.
10. Questo modo di pregare avrebbe dovuto suscitare una costante crescita della fiducia in Me che, anche se non più visibile, ero pur sempre spiritualmente vicino ad essi. In tal modo credevano anche di più alla Mia provenienza dall'alto e potevano infondere agli altri questa fede incrollabile nella guida di un Essere Supremo quale Creatore, Conservatore, Signore e Padre.
11. S'intende però da sé che Io, quale Dio, non avessi bisogno delle loro preghiere e che Io sapessi già in precedenza, da eoni di tempo, ciò di cui avevano bisogno e ciò che sarebbe stato meglio per loro. La preghiera aveva solo lo scopo di risvegliare in loro, e ingenere negli uomini, la fiducia in Me, quale Essere Supremo, in Me che non sono un Dio davanti alla Cui grandezza il piccolo uomo dovrebbe tremare, bensì un Padre amorevole - pur essendo un Dio e un Essere Supremo - accessibile per i Miei figli ed esseri creati, con l'umile avvicinamento, con la richiesta e la fervida preghiera che può essere esaudita solo da un Padre amorevole, ma non da un Dio che giudica con severità.
12. Se Io, Gesù, Mi offersi come Intercessore, dicendo: "Quello che voi chiederete nel Nome Mio, il Padre che è in Cielo ve lo concederà!", avvenne perché durante il Mio cammino terreno essi avevano visto e compreso il Mio Amore, la Mia Sopportazione e Pazienza verso gli errori degli altri e così poterono farsi una pallida idea del Padre che dimostrò in ogni occasione il Suo Amore ad un tale Figlio, come Io lo ero in Gesù. Solo così l'inaccessibile Dio Jehova divenne per essi accessibile, solo così essi si sentirono incoraggiati ad innalzare il loro cuore a Me e solo così confidarono che, se avessero pregato in Nome Mio oppure implorato l'esaudimento delle loro richieste, avrebbero trovato in Me anche benigno ascolto.
13. In questo modo non venne mai turbato il collegamento spirituale che da un lato li aveva collegati a Me, quando ero Gesù, e dall'altro lato al Mio Amore, o al Padre. Soltanto in questo modo i Miei discepoli poterono andare confortati nel mondo, poterono insegnare e predicare il Mio Vangelo, compiere miracoli e sacrificare perfino la loro vita, perché il loro collegamento con Me, che mai fu interrotto, li distoglieva in continuazione dal mondo materiale e li attirava in quello spirituale.
14. Così essi diedero un eterno esempio della potenza della fede, della preghiera, quando questa, sgorgando da un cuore puro e chiedendo solo cose spirituali, si eleva a Me, anticipando il ringraziamento per i benefici dei quali Io non avrei privato i Miei figli, anche se essi non li avessero chiesti.
15. Vedete dunque, figli Miei, ciò che si cela dietro la parola "preghiera", quanto grande è il suo significato e il suo beneficio concesso al cuore che prega! E come nella vita mondana un supplicante spesso si abbandona alla dolce speranza che quanto richiestogli verrà concesso e gode già in anticipo della gioia che gli fa aumentare la fiducia in colui che ha supplicato e gli fa accrescere l'amore per lui, così anche nelle dimensioni spirituali l'avvicinarsi a Me, quale Padre di tutta la Creazione, è l'unico conforto e l'unica tranquillità che un Dio giusto, che tutto abbraccia con Amore, certamente vuole solo il giusto e buono e che esaudirà con certezza anche ogni preghiera, se giusta.
16. Così resta sempre il collegamento tra creatura e Creatore. Esso non si basa sulla paura, sullo strisciare davanti al trono di un Dio Onnipotente, irato e giudice severo; no, esso è basato sulla fiducia,sull'amore che un figlio immaturo nutre per il suo potente Protettore,per suo Padre.
17. E' l'amore e non il timore che mantiene il cuore vivo al massimo e che si rivolge con palpiti di gioia al sempre immutabile ed eterno Padre di ogni creatura. E' il vincolo più bello che la natura possa presentare, il vincolo dell'amore filiale e dell'amore paterno, per il quale l'intera Creazione fu creata, conservata e perfezionata e tale vincolo potrà essere l'unico che corrisponda ad uno Spirito come Me e che possa procurare la nobiltà spirituale ad un uomo, oppure ad un essere creato.
18. Perciò comprendete, figli Miei, che cosa significhi "chiedere", che cosa significhi "pregare", che cosa significhi rivolgersi a Me nel nome di Gesù. Il nome
"Gesù" comprende il Mio Atto supremo, la Mia massima Opera, il Mio massimo Sacrificio che Io compii per Amore per voi e per tutti gli spiriti.
19. Se vi ricordate la Mia Sopportazione non potete essere superbi, se vi ricordate il Mio Amore non potete odiare e se vi ricordate il Mio Sacrificio non potete essere avari, ma se invocherete il Mio nome terreno aspirerete a tutte queste virtù che Io personalmente praticai durante la Mia vita terrena.
20. La richiesta a Me rivolta dovrebbe innalzarvi al di sopra di tutte le cose mondane, dovrebbe condurvi nel Mio Regno spirituale, nel quale Io concedo volentieri al supplicante ciò che è il meglio spiritualmente, per lui o per il suo prossimo.
21. Ora che sapete che cosa significhi "chiedere", ora che sapete a Chi dovete rivolgere le vostre richieste, c'è un secondo punto da prendere in considerazione, ossia ciò che voi potete chiedere per poter sperare perlomeno in una concessione.
22. In particolare su questo secondo punto molti sbagliano. Molti chiedono solo quando il bisogno li costringe, e molti altri, di nuovo, solo quando si tratta di vantaggi mondani oppure altre cose insignificanti.
23. Da quanto detto in precedenza potrete rilevare che cosa sia veramente una preghiera, e precisamente una preghiera a Me rivolta.Vi ricorderete che Io dissi spesso: "Il Mio Regno non è di questo mondo!" e "Chi vuole pregarMi, deve pregare in Spirito e Verità!".
24. Vedete, queste frasi vi dimostrano esattamente che non si tratta di cose del mondo e che è indizio di poco rispetto e poco amore da parte vostra se voi Mi ritenete un giudice o monarca qualunque, al quale basta indirizzare delle suppliche e poi, con certe raccomandazioni, si crede di poter raggiungere più facilmente il proprio scopo.
25. Guardate il mondo, quante insulsaggini pretende da Me!Quanti presunti intercessori ed interceditrici vengono invocati, affinché intercedano presso di Me a favore dei supplicanti. Se gli uomini riflettessero solo un po' sul loro comportamento, dovrebbero in tal caso vergognarsi ed arrossire per le loro corte vedute, perché vorrebbero abbassare Dio, il Creatore e Signore dell'infinito, alla meschina vita del mondo, per cose futili. Essi non riflettono che i maggiori mali e sfortune non provengono da Me, bensì dal comportamento degli uomini stessi.
26. Se Io permetto agli uomini di fare ciò che vogliono ed essi si attirano malattie e sventure, dalle quali in seguito dovrebbero trarre profitto spirituale, perché dovrei Io impedire ciò che serve proprio al bene degli uomini, alla loro salvezza spirituale? Io posso avere unicamente di mira il progresso spirituale e non il benessere mondano di ciascuno, quale scopo principale del suo cammino terreno!
Come potrei Io concedere ai Miei figli proprio ciò che sarebbe loro di danno?

27. Uomini di corte vedute e di poca fede! Voi spesso Mi sembrate bambini che vogliono a tutti i costi mettere le loro mani nel fuoco, perché non hanno ancora fatto l'esperienza che il fuoco non solo rischiara, ma anche brucia.
28. Quanti casi potrei enumerarvi delle preghiere che vengono fatte! Uno vuole soldi, un altro salute, un terzo la riuscita delle sue imprese, un quarto si lamenta perché la morte ha lasciato il vuoto nella sua famiglia, un quinto vorrebbe vedere i propri figli nel lusso e nel benessere e così vederli precipitare nell'Inferno ecc. Ma tutti quanti non riflettono che se le loro preghiere venissero esaudite, il loro benessere spirituale e i guai a coloro che sono coinvolti peggiorerebbero sempre più. Essi non riflettono che proprio la sofferenza e l'infelicità sono pietre angolari, contro le quali urtano i barcollanti quando si abbandonano ai piaceri del mondo e quando vogliono accantonare completamente il progresso spirituale.
29. Voi padri di famiglia e madri, volete avere ogni bene per i vostri figli: salute, ricchezza, lunga vita e alta posizione nel mondo.Ora, ciò che voi volete, come piccole creature della Mia Creazione,credo che sarà certamente concesso anche a Me! Mi sarà certamente concesso di educare i Miei figli in modo che essi godano a piene mani di tutto ciò che è buono e bello, ciò che Io ho accumulato nella Mia Creazione in abbondanza, solo per loro, affinché essi, spiritualmente sani, ricchi d'amore e a Me vicini, possano essere preposti agrandi cose.
30. Vedete, Io non voglio né più né meno ciò che voi stessi volete, con una sola differenza: cioè che voi uomini, per divenire figli Miei, dovete frequentare ben altre scuole di quelle che voi volete far frequentare ai vostri figli. In questo punto quindi divergono le nostre opinioni.
31. Debbo anche notare che voi vi preoccupate solo di un breve lasso di tempo in cui, secondo i vostri concetti, i vostri figli siano felici, mentre Io Mi preoccupo che la futura eterna vita dei Miei allievi sia colma di beatitudini e gioie mai immaginate.
32. Da ciò vedete che Io su questo punto debbo spesso essere inesorabile e devo scrivere sulla sabbia le vostre folli richieste, in modo che il primo soffio di vento le cancelli, mentre le Mie disposizioni stanno scritte nelle rocce dell'eternità, come leggi che mai passeranno. Perciò riflettete bene sulle vostre richieste e non pretendete da Me la rovina dei Miei figli! Io li ho creati per l'eterna vita, per la vita degli spiriti e degli angeli e non per il benessere nel sudiciume mondano per portarMi poi forse un giorno un'anima macchiata.
33. Quindi, quando voi pregate e chiedete il Mio Aiuto, riflettete bene, poiché Io so già in precedenza ciò che voi Mi chiederete e non potete dirMi nulla di nuovo! Riflettete che gli uomini, se non fosse stata la Mia Volontà di ammettere i loro errori, essi non sarebbero incorsi in queste amare condizioni! Riflettete che il vostro unico conforto è la fiducia in Me! Anch'Io ebbi fiducia quando Mi trovai nel giardino di Getsemani nell'angoscia della Mia più grande sofferenza che Io dovevo sentire lì come uomo e chiesi: "Padre, allontana da Me l'amaro calice!". Eppure il calice non Mi fu tolto, bensì dovetti vuotarlo fino all'ultima goccia! Riflettete sul fatto che Io dissi: "Non la Mia, bensì la Tua Volontà, o Padre, sia fatta!".
34. Ciò che Io allora esclamai, sottomettendoMi docilmente alla Mia sorte, sia anche il vostro unico conforto e stella-guida sul vostro tragitto di vita terrena!
35. Sì, chiedete! Chiedete in Nome Mio, implorateMi con fervore! L'implorare vi recherà conforto, vi darà pace, e voi avrete compiuto il vostro dovere e pagato il vostro debito nei Miei confronti.
L'esaudimento o meno delle vostre preghiere lasciatelo però a Me! Io vedo meglio e più lontano, e non posso assecondare tutto ciò che dei figli ciechi e inesperti desiderano.
Anche voi non date ai vostri figli tutto ciò che vogliono e perché? Perché voi adulti vedete più chiaro e siete più assennati. E ciò che sono i bambini piccoli in rapporto a voi, lo siete voi in rapporto a Me e questo molto meno ancora.
36. Perciò, confidate in Me! Io so dare e so togliere quando è giunto il momento.
Le Mie Vie sono imperscrutabili e spesso, proprio quando voi versate in abbondanza lacrime di dolore, i Miei spiriti ed angeli celebrano una festa di gioia.
37. Fiducia nei Miei intenti sempre amorevoli, questo Io consigliai ai Miei discepoli. La stessa fiducia la vorrei risvegliare anche in voi, poiché senza questa non potreste progredire di un passo, senza di essa voi dovreste disperare della vostra sorte giungendo al punto di rinnegare Dio. La fiducia è il filo che vi conduce con certezza fuori dal labirinto della vita, tenendo la mano di un Padre amorevole che, proprio quando vi sembrava essere lontanissimo, vi era invece più vicino.
38. Chiedete e pregate, ma non chiedete l'impossibile: le cose mondane! Spirito voi siete e Spirito sono Io! Io posso giudicare solamente come un Essere spirituale ed anche voi dovreste assuefarvi, già nel corso della vostra vita terrena, a preferire lo spirituale in voi al materiale-mondano.
39. Ed allora varrà anche per voi ciò che Io dissi un giorno ai Miei discepoli: "Quello che chiederete in Nome Mio, vi sarà dato!". Di questo siatene certi, tanto più che Io Stesso ve l'ho ora ripetutamente promesso! Amen.