Jakob Lorber














    

















Siate buoni e mansueti - oppure - reagire con forza?

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Siate buoni e mansueti - oppure - reagire con forza?

Messaggioda gmc72 » 24/01/2009, 10:44

Bisogna essere buoni e mansueti - oppure - bisogna reagire con forza?

COMPORTARSI IN MODO DIVERSO IN BASE AI MALVAGI DIVERSI
(dal libro IL GRANDE VANGELO DI GIOVANNI, vol.5, cap.192)

2. Tuttavia a questi persecutori che vi ho annunciato non andrà così bene come a quelli capitanati da Zinca! Questi Mi danno la caccia mossi da avidità, odio e furore sfrenati, ciò che non era il caso di Zinca; proprio per questo l’impresa verrà a costare loro ben cara! Infatti, della gente traviata che agisce sotto ad una costrizione bisogna trattarla in un modo, però ben diversamente vanno trattati i completi demoni! Oggi converrà per una volta che vediate in Me il Giudice inesorabile a Cui incombe per un momento il dovere di estinguere in Sé l’Amore!

(dal libro IL GRANDE VANGELO DI GIOVANNI, vol.5, cap.194)

6. A queste Mie parole i loro corpi si irrigidirono all’istante e furono colti da dolori atrocissimi, e a causa di ciò essi proruppero in urla e gemiti, scongiurando e promettendo che avrebbero fatto tutto quello che Io avessi preteso da loro purché li avessi liberati da quel tormento insopportabile! Preferivano mille volte morire piuttosto che sottostare ancora un momento di più ad una simile tortura!
7. Ma Io risposi loro: «Io pure ho chiesto a voi misericordia e grazia fino a domani, ma in voi non ne ho trovato nessuna! L’unica grazia che ora vi concederò sarà quella che le belve di queste montagne metteranno fine alla vostra pessima vita e faranno a voi quello che tante volte avete voi stessi fatto a molti innocenti! La vostra mostruosa, innominabile crudeltà non ha risparmiato nemmeno i piccoli fanciulli! [...]
11. E quei perversi continuavano a urlare sempre di più e a supplicare che avessi pietà di loro.
12. Ed Io dissi ancora: «Ben presto saranno qui coloro che metteranno fine ai tormenti del vostro corpo, e le vostre anime nere avranno per dimora i draghi dei deserti più torridi dell’Africa per il tempo di diecimila anni, sepolte nella sabbia rovente. Amen!».

VELARE L'AMORE INTERIORE E MOSTRARE LA SERIETA' ESTERIORE
(dal libro IL GRANDE VANGELO DI GIOVANNI, vol.3, cap.59)

4. Tenta dapprima sempre con la forza e la potenza dell’amore e che cosa esso può fare e quanto lontano arriva! E se poi ti accorgi che nella sua dolcezza poco o nullo effetto ne ottieni, solo allora ricopri l’amore con il velo di una assoluta serietà, e così, mosso da profondissimo amore, conduci tuo fratello tenendolo saldamente fino a che l’hai portato sulla retta via! Ma quando egli si troverà su questa via, allora mostragli il tuo amore, ed allora il fratello tuo rimarrà eternamente per te un amico celeste pieno di riconoscenza! E questo procedimento è migliore, perché è dalle eternità fondato nell’Ordine divino»

CACCIARE VIA GLI AVARI
(dal libro IL GRANDE VANGELO DI GIOVANNI, vol.5, cap.167)

11. Infatti, chi si limita ad ascoltare la Mia Parola, cioè questo Vangelo da Me annunciatovi, ma non vi agisce conformemente e completamente, pure compiacendosene, costui non ne trae alcun vantaggio, e rimane invece sempre ugualmente l’antico pazzo del mondo di prima e non arriva a posarsi non solo sull’albero della vita ma nemmeno su di un tenero ramoscello di questo!
12. Chi ha molto, come è il caso tuo adesso, dia anche molto, e chi ha poco, dia poco, affinché chi non ha niente abbia egli pure qualcosa!
13. Ma se ti accorgi che vi è qualche avaro fra i tuoi servitori oppure fra i tuoi ospiti, mandalo via, perché l’avaro è un cancro divoratore nel corpo di una società un po’ migliore ed appesta il cuore degli uomini con la rabbia e con l’ira! Ora dov’è l’uomo che non si senta accendere d’ira di fronte ad un avaro per amore del bene? Egli lo avrà in spregio e lo rimprovererà, però da tali sentimenti il suo cuore non trarrà alcun vantaggio! Dunque, allontana da te ogni avaro e non permettergli di ritornare, a meno che non sia riuscito a vincere completamente la sua pessima passione!».

A GESU' DISGUSTA AVERE A CHE FARE CON I SEGUACI DI DIOGENE
(dal libro IL GRANDE VANGELO DI GIOVANNI, vol.6, cap.107)

13. Lo scriba allora esclamò: «No, o mio Dio, mio Signore e Maestro! Ormai ho capito tutto perfettamente! Certamente è così, e non può essere diversamente da così in eterno! Ma, o Signore, se le mogli dei sacerdoti dovessero presentarsi qui fra poco, permetti di grazia che ragioni un po’ con loro, e mi riprometto di spazzare via Diogene dalle loro menti in maniera tale che esse poi certamente non avranno più nessuna voglia di pensare a quel loro filosofo!»
14. Ed Io gli dissi: «Sì, fa pure così, perché in ogni caso Mi disgusta molto avere a che fare con tutte queste specie di stoici! Tu però fa bene attenzione, affinché non finisca con l’avere la peggio durante la discussione, perché quelle donne, a modo loro, sono quanto mai abili e sanno bene patrocinare la loro causa»
15. Rispose lo scriba: «O Signore, ad ogni modo spero di cavarmela con il Tuo aiuto!».

GESU' DEFINISCE "CIECHI - BUOI - MAIALI" I CRITICONI ED I SAPIENTONI
(dal libro IL GRANDE VANGELO DI GIOVANNI, vol.6, cap.48)

10. Ed Io gli dissi: «Oh, niente affatto! Infatti, in primo luogo tu hai compreso proprio a fondo le Mie parole e le hai anche spiegate benissimo a quei ciechi; in secondo luogo poi la tua osservazione conclusiva è stata perfettamente adeguata! Gli individui di quella specie si possono davvero paragonare ai maiali, i quali, quanto più chiaro e ricco di colore comincia a splendere il vero Sole dei Cieli, con tanta maggiore ansia e zelo si affollano intorno alle più luride cloache del mondo, e si sentono completamente beati quando possono rotolarsi nella loro antica e putrida melma. E non è forse vero che in conclusione ho detto loro che la carne e il sangue come li intendevano essi non servono a nulla, mentre le Mie parole sono invece spirito e vita? Ma quella mandria di buoi e di maiali neanche così capì assolutamente nulla, e per conseguenza la tua osservazione, che li fece battere in ritirata, è stata perfetta; perciò voglio fermarMi vari giorni presso di te.

GESU' PERMETTE PERFINO L'USO DELLA VIOLENZA FISICA!
(dal libro IL GRANDE VANGELO DI GIOVANNI, vol.6, cap.140)

12. Il gigante [...] Qui in mezzo a noi dimora l’Altissimo! Ma perché voi non credete a queste cose? Io ve lo dirò subito: “Perché siete figli di Belzebù, e non siete assolutamente figli di Dio!”. Andatevene dunque, e presto; altrimenti la mia ira vi stritolerà!». [...]

(dal libro IL GRANDE VANGELO DI GIOVANNI, vol.6, cap.141)

7. Il gigante allora aprì la porta, e con la sua voce tonante così apostrofò il capo della comitiva: «Entrate pure, razza miserabile di birbanti e codardi! È già da tempo che conosciamo le vostre “oneste” intenzioni, e noi siamo venuti qui appunto per sentirle fuori dalle vostre sconce bocche da draghi. Entrate dunque, bestie selvagge amanti della notte e del fetore di palude! Entrate e parlate, affinché venga dato libero e veloce corso al giudizio che vi schiaccerà secondo i vostri meriti!»
9. Ma il gigante, accortosene, fece risuonare di nuovo la sua voce tonante e comandò all’albergatore: «Chiudi bene tutte le porte, affinché nessuna di queste bestiacce travestite da uomini possa prendere la fuga!». [...]
13. Disse il gigante: «Miserabile furfante, tu in eterno non sarai mai degno di avvicinarti nemmeno a diecimila passi da questo autenticissimo Uomo-Dio, tanto meno poi di parlarGli! Io conosco perfettamente tutto ciò che quei miserabilissimi briganti di Gerusalemme e tu con tutta la tua pessima combriccola andate tramando contro il nobilissimo Uomo-Dio! Ma guai a voi se mai vi venisse la cattiva idea di tradurre nei fatti le vostre perverse intenzioni tentando di agguantarLo con i vostri artigli da Belzebù! Sarebbe quello il momento nel quale dovreste davvero fare la conoscenza con il gigante romano!».[...]
17. L’albergatore però non nascondeva il suo grande timore, perché conosceva il carattere estremamente vendicativo del capo della sinagoga.
18. Il gigante però gli disse: «Non preoccuparti e confida nella Potenza di Colui che risuscita i morti, che sposta le montagne e che distrugge con la propria Volontà gli idoli di metallo! Io ti dico che da solo non temo nemmeno cento legioni di cialtroni di quella specie; figurati se posso temere quest’unico cialtrone!»[...]
21. Poi il gigante ritornò da noi alla mensa, riprese il suo posto a tavola e raccontò in quale modo lui aveva cercato di ricondurre alla ragione quella vera locusta(1) di Babele.
22. Ed Io allora dissi: «Così è stato bene, ed Io ho concesso che tu potessi comportarti così di fronte a quell’ambizioso fariseo; tuttavia anche l’albergatore ha ragione, poiché non ci occorrerà aspettare molto che lo vedremo capitare di nuovo qui con una quantità di sgherri armati allo scopo di arrestarci tutti, di legarci e di farci poi gettare in prigione. DimMi adesso cosa farai in un caso simile?»
23. E il gigante e con lui i suoi nove fratelli non meno robusti di lui dissero:
«O Signore, basta che Tu ci conferisca solo un po’ della Tua Grazia onnipotente e noi li faremo smettere per sempre il loro perverso mestiere»
24. Ed Io dissi: «Ebbene, provateci; guardate soltanto di non togliere la vita a nessuno!».
25. I dieci allora vuotarono i loro calici e poi uscirono disponendosi sulla strada, armati ciascuno di una clava che pareva quella del leggendario Ercole. Non passò molto che già si vide avanzare una schiera forte di quaranta uomini tra lancieri e sgherri; dietro a loro veniva il comandante della truppa, nonché il capo della sinagoga con i suoi aiutanti.
26. A quella vista il gigante si infuriò e disse ai suoi fratelli: «Lasciamoli avvicinare fino a dieci passi, e poi io griderò loro di fermarsi! Se ci daranno ascolto, parleremo; se invece non vorranno ascoltarci, allora parleranno le clave»
27. Non appena i quaranta si trovarono a circa dieci passi, il gigante intimò loro con voce che faceva spavento: «Fermatevi, o siete tutti morti!».
28. I soldati romani, sorpresi, si arrestarono.
29. Il gigante domandò allora: «Cosa volete e chi vi ha fatti venire qui?»
30. Ed i soldati che ritennero di trovarsi di fronte a delle alte personalità romane, risposero ai dieci: «O signore, il capo della sinagoga denunciò al nostro comandante che qui erano raccolti dei sobillatori del popolo e che dovevamo arrestarli tutti per renderli innocui!»
31. Il gigante allora con la sua voce tonante esclamò: «O miserabile furfante d’un capo! Aspetta un po’, ed imparerai a conoscere il figlio del re del Caucaso che ora è romano! Voi, soldati, intanto ritiratevi e deponete le vostre lance, altrimenti ve la passerete male!»
32. I soldati però risposero: «Questo non lo possiamo fare, perché qui dietro di noi c’è il comandante al quale soltanto spetta di darci ordini».
33. Allora il gigante ordinò a cinque dei suoi fratelli di catturare rapidamente il capo della sinagoga, i suoi aiutanti e il comandante, mentre con i soldati se la sarebbe vista lui!
34. La cosa si svolse con la velocità del lampo. I soldati vennero spazzati via nel mare come spinti da un uragano, ed ebbero un bel da fare per salvarsi a nuoto dall’annegamento.
35. Poi il gigante si occupò del capo della sinagoga catturato dai suoi fratelli, lo afferrò, lo sollevò e disse: «Briccone matricolato, è così che mantieni la tua parola? Questa volta non te la caverai a così buon mercato, mentitore infame! Dove sono qui i sobillatori del popolo e i traditori del paese? Noi stiamo qui pacifici in casa dell’albergatore, dove ci prendiamo qualche giorno di riposo perché siamo un po’ stanchi per il lungo viaggio fatto, e questa nera bestiaccia ci denuncia come sobillatori del popolo e traditori del paese! O comandante, dov’è qui il mare più profondo in cui si possa scagliare dentro questo lurido essere affinché vi trovi la sua fine sicura?»
36. E il comandante rispose: «Amico mio, lascialo stare; perché ormai so già di che cosa si tratta in realtà. Questo cane aveva l’intenzione di servirsi di me per arrestare il Salvatore di Nazaret che mi è caro sopra ogni cosa! Oh, se avessi potuto almeno intuirlo, egli avrebbe appreso ben altre cose da me! Ora però lascialo andare; saprò fare io i conti con lui e mostrargli cosa vuol dire tentare di indurre un romano ad un’azione d’ufficio indegna ricorrendo a false accuse e a fatti immaginari! E adesso conducetemi invece dal Signore della mia vita!».
37. Allora il gigante sollevò ancora una volta in aria il capo della sinagoga, tanto che egli perse letteralmente i sensi dell’udito e della vista, e poi lo depose piuttosto bruscamente a terra. Quando sentì che i suoi piedi erano appoggiati per terra, egli, con tutti i suoi accoliti, se ne andò in fretta e furia giurando tra di sé che mai più in vita sua avrebbe intrapreso qualcosa contro di Me. Dopodiché i dieci rientrarono in casa, dove Mi trovavo Io, accompagnati dal comandante, il quale prima aveva impartito ai soldati risaliti sulla riva l’ordine di ritirarsi nella loro caserma.

(1) Persona avida, insaziabile come la cavalletta. Nota italiana.

GESU' SCACCIA I "GIUDA ISCARIOTA"!
(dal libro IL GRANDE VANGELO DI GIOVANNI, vol.2, cap.74)

14. Dice allora Tommaso, rivolto a Me: «Signore, io e tutti noi Ti preghiamo di voler allontanare questa pecora rognosa! Infatti con lui vicino non è immaginabile una convivenza fraterna e non ci è possibile mettere in pratica la Tua santa dottrina; egli è e resta un incorreggibile sobillatore e un traditore! Per quale ragione deve rimanere qui fra noi, quando egli non solo non vuole mettere affatto in pratica la Tua dottrina santa, ma deride anche noi, se ci sforziamo di vivere e di operare secondo la Tua Parola?».

75. Capitolo
L’ammonizione del Signore a Giuda.

1. Allora Io dico a Giuda Iscariota: «Il fratello Tommaso presenta una giusta lagnanza contro di te! Io te lo dico: “Vedi di ritrovarti nel tuo cuore e diventare un uomo, poiché come demonio tu Mi ripugni e puoi andartene! Infatti la Mia compagnia è santa, perché è pervasa dallo Spirito di Dio ed in tale compagnia nessun demonio può né deve essere tollerato!»
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