Jakob Lorber












  

















Privacy Policy

Cookie Policy

Dati Sociali



La persona esteriore di Lorber
   
   1. L'aspetto esteriore di Lorber non corrispondeva in nessun modo alla raffigurazione che per esempio un conoscitore dei suoi scritti trascendentali avrebbe potuto farsi di lui. Egli era piuttosto il contrario di un essere che si può supporre etereo in considerazione dei suoi scritti. Il suo aspetto, di statura oltre la media e tarchiato, aveva perfino una certa rozzezza. La testa era piuttosto grossa, la fronte alta e larga, le labbra piene, tutti i tratti del viso dolcemente arrotondati, l'espressione del volto era amichevole e gli occhi grigio-azzurri erano animati da una benevola mitezza. Egli portava capelli bruni divisi sulla fronte e spioventi sulla nuca e sul mento, una barba dello stesso colore che negli ultimi anni della sua vita si fece grigia. Quando si esibiva con il suo prediletto violino, compariva in un impeccabile vestito nero, ma di solito egli trascurava il suo abbigliamento. E quando quest'uomo modesto andava per la strada a passo lento e un po' pesante, nessuno supponeva di certo in lui il mediatore di quelle comunicazioni misteriose che riempivano già migliaia di pagine stampate e che avevano già una schiera di entusiastici aderenti in numerosi paesi, anche molto lontani.
   2. Lorber era molto modesto nei suoi rapporti con i suoi simili, era perfino troppo umile per il nostro tempo in cui la gente è portata piuttosto a mettere in mostra un'alta stima di sè; tuttavia, anche durante il periodo nel quale si dedicava alla sua seria attività di scrittura, egli rimase molto socievole. Quando aveva compiuto il suo lavoro giornaliero, egli amava trascorrere la serata in compagnia di amici con un buon bicchiere di vino nostrano.
   3. Se la conversazione si aggirava intorno a questioni mondane, egli raccontava spesso esperienze ed aneddoti fra i più spassosi, cosicchè gli allegri uditori si divertivano molto. Se invece il discorso prendeva una piega più seria, in presenza di persone dall'identico modo di pensare, subentrava rapidamente in lui la serietà più profonda ed una calma veramente ultraterrena, e dalle sue labbra eloquenti sgorgavano insegnamenti e concetti fra i più profondi e più sublimi, di maniera che non di rado gli ascoltatori tesi ed attenti venivano colti da una specie di sacro brivido. Ma se la compagnia non gli si confaceva in alcun modo, egli era capace di starsene delle ore seduto non partecipe, senza proferire una parola.
   4. Talvolta accadeva anche che dei non iniziati, i quali avevano solo sentito superficialmente delle chiacchiere sulla sua misteriosa scrittura, si associassero quali ospiti sgraditi alle riunioni serali dei suoi amici e cercassero di farsi gioco di lui con ogni sorta di punzecchiature. In simili casi egli per lo più lasciava cadere le canzonature ignorandole oppure redarguiva lo schernitore - come nel caso di uno che gli chiese una volta: "Cosa c'è di nuovo, Lorber? Giacchè lei è il cancelliere del nostro Signore Iddio!" - con una tale serietà nello sguardo e nel tono che a quegli per il futuro passava del tutto la voglia di schernirlo di nuovo per via del suo devoto lavoro di scrivano segreto.