Jakob Lorber












  

















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SCOPERTI 4 TUNNEL NELLA SFINGE



1° TUNNEL scoperto dall’esploratore Richard Vyse nel 1830
2° TUNNEL scoperto dall’esploratore Richard Vyse nel 1830
3° TUNNEL scoperto dall’esploratore Émile Baraize nel 1926
4° TUNNEL scoperto durante il restauro definitivo nel 2001


2001 : CONFERMATI 4 TUNNEL NELLA SFINGE
Sito Internet “Viaggi nell'aldilà” -www.enricopantalone.com/lasfingedigizamenfi.html

La Sfinge di Giza e il Museo archeologico di Menfi

a cura di Marisa Uberti

Il Capo del Consiglio supremo delle Antichità Egizie del Cairo e massimo egittologo al mondo, appunto Hawass, in occasione della visita in Egitto dei Reali di Spagna, ha rilasciato una lunga intervista, apparsa su “al Ahram” in cui dichiara di aver accertato definitivamente la presenza di 4 tunnel nel corpo della Sfinge e di averne iniziato la perlustrazione. -“Il primo corridoio si trova dietro la stele, tra le zampe anteriori della Guardiana di Giza; -il secondo è dietro la testa, scavato nella roccia del suo corpo per quasi 5 metri; -un terzo passaggio si trova sul lato nord; -la quarta galleria è sita presso la coda e avrebbe una profondità di ben 15 metri”.


CAVITÀ NELLA SFINGE : UNA SCOPERTA ANTICA, CONFERMATA NEL 2001 DOPO IL RESTAURO

Maurizio Damiano

direttore Centro ricerche egittologiche di Verona

Il primo passaggio, presso la testa, fu in realtà scoperto già nel 1830 dall’esploratore Richard Vyse, che impiegò addirittura la dinamite per accedervi, trovando la piccola cavità assolutamente vuota; Il secondo passaggio, che si trova presso la coda, sotto le zampe, fu ugualmente menzionato di sfuggita da Vyse; riesplorato ai nostri giorni, è stato descritto come un foro che introduce in un pozzo che si spinge nel corpo della sfinge per circa nove metri e dopo due curve (a destra e poi a sinistra), termina a fondo cieco; alcune tracce mostrano che la cavità era stata usata come sepoltura ritenuta particolarmente fortunata (perché sotto la "magica" sfinge) durante la 26a dinastia; il cunicolo è poi stato visitato da cercatori di tesori come prova un paio di poveri sandali del secolo scorso rinvenuti al suo interno. Un terzo cunicolo è stato aperto ed esplorato nel febbraio 1995, ma era già stato scoperto da Émile Baraize e regolarmente registrato dallo stesso Servizio delle Antichità nel 1926; anche in questo caso si trattava di un breve tunnel cieco.


1856: LORBER SVELA I MISTERI DELLA SFINGE

LA SFINGE RAPPRESENTAVA LA DIVINITÀ

(dal libro IL GRANDE VANGELO DI GIOVANNI, Vol.4, Cap.206)

2. Dice Marco: «Io vedo nuovamente la colossale immagine dello Shivinz ed alcune piramidi; davanti alla più grande ci sono due di quelle colonne a facce piane che terminano a punta e che vengono chiamate OUBELISKE, ed a fianco della grande piramide, nella realtà alla distanza di forse duecento passi, ciò che in base al disegno è difficile da stabilire, vedo ancora una statua colossale.

Questa ha una testa di donna, mani di donna e un seno femminile fortemente sviluppato; là dove termina il seno, al posto del ventre, segue un corpo di animale di specie non ben definibile; [...]

(dal libro IL GRANDE VANGELO DI GIOVANNI, Vol.3, Cap.129)

6. Continua Mataele: «D'altro canto è un fatto che ad esempio gli egiziani, qualsiasi cosa avesse una qualche relazione con la Divinità, l'hanno sempre rappresentata sotto forme colossali, e ben spesso spaventose, per colpire così il più possibile l'immaginazione del popolo schiavo, destinato a rimanere sempre cieco. Questo popolo doveva temere la Divinità fino al terrore, e doveva, quasi annichilito, inchinarsi dinanzi alle sentenze dei sacerdoti e tremare come una foglia percossa dall'uragano! Ma queste raffigurazioni della Divinità hanno forse reso migliore il popolino? Oh, no, affatto! Con il tempo il popolo si abituò alla presenza di quelle figure gigantesche della Divinità, e di una testa di Sfinge che si innalza a circa 30 altezze d'uomo dal suolo non fece più nessuna impressione, limitandosi piuttosto ad ammirare la pazienza di un qualche antico scultore, il quale, da un monolito granitico, aveva tratto addirittura una testa».


LO SCOPO DELLA SFINGE

"SALVARE L'EGITTO DALL'INVASIONE STRANIERA"

(dal libro IL GRANDE VANGELO DI GIOVANNI, Vol.4, Cap.206)

6. Dice Raffaele: «[...] La fama dei buoni risultati ottenuti in simili scuole si sparse ben presto dappertutto, e perciò anche gli stranieri vennero a frequentarle, anzi questi affluirono così numerosi che si rese difficile provvedere al ricovero e al sostentamento di tutti. Allora il nostro Shivinz, durante gli ultimi anni del suo regno, escogitò un mezzo piuttosto antipatico per impedire agli stranieri di affollarsi troppo nelle scuole da lui fondate. Ma in che cosa consistette questo mezzo?

PERCHÉ LA SFINGE DOVEVA ESSERE CAVA


7. Ecco: su questa perla vedete disegnata la statua raffigurante un essere mezzo umano e mezzo animale [Sfinge]; essa era cava, e all’interno un uomo poteva salire nella testa su per una scala a chiocciola, e dalla bocca della statua, che era incavata all’ingiù a forma di imbuto, poteva parlare con voce forte e distintissima; anzi, dato il rafforzamento della voce conseguito con tale artificio, pareva realmente che la colossale statua parlasse.

LO SCOPO DEI CUNICOLI O CAVITÀ

"TRASMETTERE DALLA STATUA IL FAMOSO ENIGMA"

8. Quando dunque gli stranieri si presentavano e chiedevano di venire ammessi alla scuola, veniva fatto notare loro da un servitore della statua che essi dovevano collocarsi l’uno dopo l’altro in un determinato posto di fronte alla sublime statua che di fuori appariva morta, ma che interiormente viveva. A ciascuno che avesse voluto diventare discepolo delle piramidi sarebbe stata rivolta una domanda enigmatica per la vita o per la morte del sublime Shivinz. Se l’interrogato avesse sciolto l’indovinello, allora sarebbe stato accolto, ottenendo in tal caso a sua volta il diritto di rivolgere una contro-domanda alla statua e, nel caso in cui questa non fosse stata in grado di dargli una risposta soddisfacente, sarebbe stato suo diritto distruggerla e in un certo qual modo ucciderla.

9. La domanda veniva comunicata ai candidati tre giorni prima perché la ponderassero; il terzo giorno però, nel quale essi avrebbero dovuto udirla formulata per la vita e per la morte dalla bocca della statua, nessuno certo si azzardava a correre un simile rischio, ed invece modestamente si ritirava, pagava la tassa stabilita per la domanda preliminare e faceva ritorno al proprio paese che era situato non di rado molto lontano.

10. [...] Infatti il famoso indovinello è stato sciolto da Mosè, però la statua non venne distrutta a causa di ciò, dato che questa statua, anche se un po’ deteriorata dal tempo, si può ancora vedere tutt’oggi.

11.
Certamente ora (1856) non si può più trovare l’allestimento interno, perché è del tutto insabbiato e infangato; infatti il Nilo, di solito ogni cento e talvolta anche dopo duecento anni, innalza il suo livello in misura talmente inconsueta che, nei punti più stretti della valle, l’acqua arriva a trenta braccia e più al di sopra del livello normale. In questo modo molto viene reso desertico ed inutilizzabile, perché una quantità di detriti, sabbia e fango viene depositata sui campi prima bellissimi.

12. Dopo i tempi di Shivinz si manifestarono due inondazioni del Nilo, così da spingere le onde parecchio oltre alle cime delle piramidi; e un’inondazione di questo genere la si ebbe pure 870(1) anni fa, per effetto della quale il Tempio di JA BU SIM BIL rimase quasi per metà insabbiato e infangato, e da quella volta né il Tempio, né molti altri monumenti poterono venire puliti completamente dalla sabbia e dal fango.
E così stanno ora anche le cose con la nostra enigmatica statua; internamente essa è colma di fango e di sabbia induriti che certo nessuno potrà più rimuovere [completamente]! Ecco, mio caro Marco, così stanno veramente le cose rispetto all’enigmatica Sfinge! Ora hai le idee più chiare?»

13. Dice Marco: «Ma nel corso, mettiamo, di mille anni, non si è trovato mai uno più audace degli altri che abbia rischiato di farsi proporre per la vita e per la morte il noto indovinello della Sfinge stessa? E se l’avesse fatto, cosa gli sarebbe accaduto quando, come è ben comprensibile, non fosse stato in grado di darne la spiegazione?»


14. Risponde Raffaele: «Nel posto dove l’interrogato doveva mettersi c’era una botola mediante la quale egli sarebbe stato fatto sprofondare giù velocemente in un pozzo, e una volta giù, alcuni fra gli addetti alla statua lo avrebbero preso e, visto il suo coraggio e pur non avendo bene sciolto l’indovinello, sarebbe stato ammesso alla scuola, [...]

IL FAMOSO ENIGMA O INDOVINELLO

(dal libro IL GRANDE VANGELO DI GIOVANNI, Vol.4, Cap.205)

7. A questo punto dell’esposizione Marco, il vecchio albergatore, interruppe l'angelo e domandò: «O amico carissimo, dato che stai spiegando quanto è disegnato sulla tua perla, non vorresti dirci anche se quanto stai raccontando ha una qualche relazione con quella strana Sfinge la quale, mezza donna e mezza bestia, proponeva agli uomini, sempre sotto pena di morte per la mancata soluzione, il famoso enigma relativo a quale fosse l'animale che camminava al mattino con quattro gambe, al mezzogiorno con due e alla sera con tre? [...]».


1 «2870 anni fa», poiché questa comunicazione è relativa a circa 2000 anni fa. [N.d.R. anno 2000]