Jakob Lorber












  

















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Vangeli della natura
   
   1. Da principio Lorber aveva messo per iscritto in silenzio ciò che la voce interiore gli dettava. Ben presto però egli cominciò a ripetere direttamente ciò che sentiva dentro di sè. Il 25 luglio 1840 Anselm Hüttenbrenner mi comunicò infatti che secondo l'istruzione della voce interiore di Lorber avremmo dovuto a mezzo suo interrogare una rupe.
   2. Il mattino dopo, alle ore 8, ci ritrovammo noi due con alcuni altri iniziati e con Lorber sullo Schloßberg di Graz e allo scopo menzionato scegliemmo una rupe che si ergeva dietro alla Winzerhaus (casa del vignaiolo), alla cui altezza si trova la facciata occidentale di ponente dell'edificio sul quale allora stavano i cannoni di allarme per incendio. Lorber si collocò dirimpetto alla rupe e a noi tutti, che eravamo pronti a scrivere, ci dettò per un quarto d'ora circa, poi essendo stati indotti da un incidentale disturbo ad abbandonare quel luogo, proseguimmo questo nostro lavoro nella mia abitazione. Mentre eravamo sul monte, Lorber aveva tenuto lo sguardo puntato sulla citata rupe, nella mia abitazione egli guardava invece dinanzi a sè, come trasognato, e dettava senza interrompersi e solo raramente correggeva una parola, con rapidità alquanto moderata in modo che un abile scrivano potesse seguirlo facilmente con la matita. Solamente qualche volta egli accelerava un poco il suo discorso. Questo conteneva una breve narrazione della creazione e dello sviluppo della Terra, dell'innalzamento delle montagne e in particolare della rupe citata, nonchè dei primi abitanti del paese. Quando verso le ore 12 di mezzogiorno fummo giunti alla conclusione, Lorber ci confessò che all'inizio era piuttosto preoccupato per la riuscita di questo esperimento, però la sua voce interiore lo aveva ogni volta incoraggiato. Egli aggiunse anche che durante la dettatura non aveva inteso la voce come al solito nel suo sogno, bensì gli era sembrato che tutto ciò che aveva da comunicare lo leggesse sulla rupe stessa che, nella stanza, egli aveva visto vivamente davanti a sè, dato che egli l'aveva accolta completamente in sè spiritualmente.
   3. Quattro giorni dopo andammo all'origine dello Andritz, un limpido ruscello ricco di trote, le cui sorgenti sgorgano silenziose da un anfratto roccioso in un'insenatura della valle, allora ancora avvolta in una solitudine romantica, ai piedi del Schöckelgebirge, in direzione nord-est di Graz, e che all'inizio forma un piccolo chiaro stagno, racchiuso da un muro mezzo diroccato e allora ombreggiato ancora da tigli antichissimi. In quel luogo, mentre guardava con serenità il tranquillo specchio delle acque, Lorber ci dettò per due ore rivelazioni profondissime sull'origine e la provenienza di questa pura sorgente e sul suo cooperare ai fini del mondo fisico e del mondo spirituale. E durante il viaggio di ritorno in città egli ci comunicò inoltre che le cose naturali, con le quali egli si metteva in collegamento, gli si presentavano sempre personificate. Così, nel caso recente, la rupe sullo Schloßberg gli apparve nella figura di un vecchio cupo e serio e così pure in questa giornata la sorgente gli apparve nell'aspetto di una calma e seria vergine giovinetta.
   4. In questo modo egli ci dettò una serie di dissertazioni su varie cose, come il bosco, la vite, la conchiglia, la colomba e simili, la cui trattazione gli veniva da noi affidata al momento, di nostra assoluta iniziativa, alla quale egli poi si accingeva all'istante sempre senza alcuna preparazione. Stranamente si scoprì che queste comunicazioni, per quanto casuale fosse la scelta degli oggetti, eppure alla fine contenevano una raffigurazione sistematica di come l'elemento spirituale vada gradatamente sempre più elevandosi dalla materia apparentemente morta fino al punto massimo del suo sviluppo, ossia all'uomo. La chiusa di quasi tutti questi temi consisteva in un insegnamento morale che appariva rappresentato, per così dire, parabolicamente nell'oggetto precedentemente trattato, per cui in seguito Lorber fu solito chiamare questa serie di comunicazioni i "Vangeli della natura".